A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

venerdì 24 ottobre 2014

Una risata vi seppellirà: Luigi De Magistris e la parabola del populismo giudiziario

di Massimiliano Annetta

Il 24 settembre 2014 Luigi De Magistris, in quel momento Sindaco di Napoli, è stato condannato - insieme a Gioacchino Genchi - dal Tribunale di Roma ad un anno e tre mesi per abuso d'ufficio, per violazione della norma che stabilisce che l'autorità giudiziaria deve ottenere l'autorizzazione del Parlamento per acquisire i tabulati telefonici di un parlamentare. De Magistris avrebbe consumato l'abuso all'epoca in cui (2006-2007) conduceva - in qualità di pubblico ministero presso il Tribunale di Catanzaro - l'inchiesta Why not nell'ambito della quale erano state indagate un centinaio di persone tra le quali politici di primo piano a livello nazionale, a cominciare dall'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi, oltre a presidenti e assessori delle Giunte regionali calabresi di centrosinistra e centrodestra. Dell'ipotesi accusatoria, alla fine, dopo anni di processi, da un punto di vista giudiziario è rimasto ben poco; invece - per effetto della condanna in primo grado e dell'applicazione della "Legge Severino" - il 1° ottobre scorso il Prefetto ha sospeso De Magistris per 18 mesi dalla carica di Sindaco.

Quando gli amici di Ciclostilato in proprio mi hanno chiesto di commentare la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha condannato alla pena di un anno e tre mesi per il reato di abuso di ufficio l’ex pubblico ministero, ex europarlamentare, quasi ex (sospeso in forza della "Legge Severino" dalla carica, chissà se alla fine ritroverà maggioranza e poltrona) sindaco di Napoli Luigi De Magistris mi è venuta subito in mente una frase attribuita a Mikhail Bakunin: “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà”.
Maggio 2011: Luigi De Magistris festeggia  la propria
elezione a Sindaco di Napoli. 
Molti di voi, parafrasando la sintassi sdrucciolevole di un antico sodale di De Magistris, staranno pensando: “che c’azzecca la frase che venne adottata dal movimento del ’77 italiano, che fu il vero ‘68 italiano, con i guai giudiziari del Sindaco?”
E’ che la vicenda impone riflessioni serie, e non di rado le questioni serie si risolvono assai meglio attraverso considerazioni poco serie, come aveva capito Bakunin.
Inoltre, la sorte, nel breve lasso di tempo intercorso dal deposito delle motivazioni della sentenza, ci ha donato un paio di eventi che, solo apparentemente slegati tra loro e con la vicenda in commento, fanno diventare la questione assai interessante. Ma procediamo con ordine.
La sentenza è, infatti, quasi banale: “voleva le telefonate dei parlamentari, ha agito senza rispettare le garanzie” e, quindi, “De Magistris sapeva di violare la legge”. E che vuoi aggiungere?
E qui già li sento: “sono anni che ci rompi le scatole con l’uso della giustizia a fini politici e ora che per una volta ti danno ragione fai lo schifiltoso, manco commenti la sentenza?”.
E avreste pure ragione, ma quella sentenza non mi va giù perché i “correi” del sindaco arancione rischiano di passarla liscia anche questa volta.
E sempre quelli: “e che volevi altre condanne?”. No state tranquilli, ne faccio volentieri a meno, ma vorrei almeno vederli in faccia i tifosi di De Magistris, di Di Pietro, di Ingroia e compagnia cantante, i loro cantori su giornali e tv, o anche semplicemente i followers, come va di moda dire in tempi di Twitter.
Perché, il metodo De Magistris appariva chiaro fin dall’inizio: prendere gli elenchi di chi riveste incarichi di rilievo e metterli sotto inchiesta, e chi se ne importa se poi seguono assoluzioni a decine e vite irreparabilmente rovinate come piovesse, tanto l’importante è lanciare l’invettiva anti-casta: “tutti in galera!”.
Insomma, la sentenza mi appare quasi trascurabile perché De Magistris non poteva che finire così. Non poteva cioè che finire divorato dallo stesso male che egli ha usato per fare carriera: l’uso della giustizia per fini politici giustappunto. Ora è lui, in una sorta di nemesi storica, a pagarne le conseguenze. Ma è questa ben magra consolazione, perché fin quando i maître à penser della morale moralizzata saranno “a piede libero” (politicamente s’intende) noi tutti continueremo a pagare tutti i giorni le conseguenze di questo circo mediatico giudiziario.
E infatti stanno già serrando le fila. Morta una icona se ne fa un’altra, sempre brandendo come un’arma la propria pretesa superiorità antropologica. Ed ecco che Micromega annuncia urbi et orbi il prossimo numero monografico dedicato alla giustizia in uscita il 23 ottobre; titolo: “solo il giustizialismo ci può salvare!”. De Magistris (come prima Di Pietro, Ingroia, etc) chi è costui?
Però stavolta c’è un però. Forse è un abbaglio che fa intravedere ai pochi sparuti cultori delle garanzie, ormai stremati da una marcia ventennale, rigogliose oasi laddove non v’è altro che deserto, ma qualcosa pare essersi rotto.
La nave imbarca acqua e qualcuno comincia ad abbandonarla. C’è il giudice che se ne va perché, riporta il Corriere della Sera, “non avrebbe potuto trattare i marocchini in modo diverso domani” (a proposito: c’è qualche disposizione di legge che impone di condannare comunque i poveracci quando le prove non sono sufficienti? Non mi risulta, ma sarò distratto). E che succede? Fino all’altro ieri si sarebbe alzata la muraglia corporativa, gli usuali richiami ad “autonomia ed indipendenza” e tutta la solita paccottiglia ideologica del giudice combattente, et voilà c'est fait! Oggi invece no, per la prima volta da vent’anni a questa parte si alzano voci, alcune francamente insospettabili, ad ammonire che nella scelta tra la via delle “regole” e quella del clamore mediatico si deve sempre, ed a maggior ragione quando la scelta spetta ad un magistrato, seguire la prima.
Tutto normale in fondo, se non fosse che ad averci pensato prima ci saremmo evitati De Magistris e non solo. Ma si sa, una commediaccia di quart’ordine come questa non poteva che finire tra risate sguaiate.
Ma a questo punto giunti già lo sento, sempre il solito, che chiede che c’entra tutto questo con un blog che nella sua intestazione recita “idee al servizio di una politica di centro-sinistra”?
Risposta facile: la sinistra, che ha più di qualche responsabilità per quanto accaduto, anche in questo triste finale di commedia rischia di fare sempre la parte dell’ultimo giapponese. E’ finita ragazzi.

Vedi anche:
Riforma della giustizia: vocabolario semiserio (29.9.2014)
Nove massime di deontologia giudiziaria (11.6.2014)
Sinistra e diritti. Questione morale e garantismo: risposta a Micromega (27.5.2014)


La Camera Penale di Firenze organizza il prossimo 31 ottobre 2014, presso la Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi in Via Cavour 1 a Firenze, un convegno sullo scottante e quanto mai attuale tema del rapporto tra populismo e giustizia penale. All'ovvio interesse oggettivo del tema si aggiunge l'assoluto rilievo dei relatori: i Professori Fiandaca, Giunta e Pulitanò, oltre al Dott. Iacoviello della Procura Generale presso la Corte di Cassazione ed al neo eletto Presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane Avv. Beniamino Migliucci. L'evento è riservato ad un numero limitato di partecipanti (è necessario iscriversi inviando un email a scuolaformazionecamerapenalefi@gmail.com) - PROGRAMMA


Per saperne di più
- Tribunale penale di Roma, sentenza n. 13980/2014 (condanna in primo grado di Luigi De Magistris e Gioacchino Genchi)
- Corte Costituzionale, sentenza 19 novembre 2007, n. 390: "...l'art. 68 della Costituzione mira a porre a riparo il parlamentare da illegittime interferenze giudiziarie sull'esercizio del suo mandato rappresentativo; a proteggerlo, cioè, dal rischio che strumenti investigativi di particolare invasività o atti coercitivi delle sue libertà fondamentali possano essere impiegati con scopi persecutori, di condizionamento, o comunque estranei alle effettive esigenze della giurisdizione. La necessità dell'autorizzazione viene meno, infatti, allorché la limitazione della libertà del parlamentare si connetta a titoli o situazioni – come l'esecuzione di una sentenza di condanna irrevocabile o la flagranza di un delitto per cui sia previsto l'arresto obbligatorio – che escludono, di per sé, la configurabilità delle accennate evenienze. Destinatari della tutela, in ogni caso, non sono i parlamentari uti singuli, ma le Assemblee nel loro complesso. Di esse si intende preservare la funzionalità, l'integrità di composizione (nel caso delle misure de libertate) e la piena autonomia decisionale, rispetto ad indebite invadenze del potere giudiziario ..."
- "Legge Severino": Legge 6 novembre 2012, n. 190 "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione"
- Norme di attuazione della "Legge Severino": Decreto Legislativo 31 dicembre 2012, n. 235
"Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell'articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190"
- L'uso politico degli strumenti processuali penali, un saggio di Simone De Santis (Archivio Penale, fascicolo n. 3, Settembre-Dicembre 2012)

Rassegna stampa
Inchiesta Why Not: condannato De Magistris. C'è il ricorso in Appello (Il Mattino, 24.9.2014)
Why Not, De Magistris condannato a un anno e tre mesi (Libero, 24.9.2014)
Inchiesta Why Not: un anno e tre mesi a De Magistris e Genchi (la Repubblica, 24.9.2014)
Condannato De Magistris, chissà se ora si dimette..., di Piero Sansonetti (Cronache del Garantista, 24.9.2014)
De Magistris condannato per abuso d’ufficio: “Sconvolta la mia vita, ma rifarei tutto” (La Stampa, 24.9.2014)
Intercettazioni a strascico. Condannato De Magistris, di Guido Ruotolo (La Stampa, 25.9.2014)
Parole De Magistris gravi e offensive: esprimono disprezzo per la giurisdizione (Associazione Nazionale Magistrati, 26.9.2014)
Why not, De Magistris attacca. I magistrati: «Gravi e inaccettabili le sue dichiarazioni» (Il Mattino, 26.9.2014)
De Magistris, il giustizialista che non accetta le sentenze, di Cesare Martinetti (La Stampa, 26.9.2014)
Dalla condanna alla sospensione, il caso De Magistris ai raggi X, di Giuseppe Salvaggiuolo (La Stampa, 26.9.2014)
Complottisti allo sbaraglio, di Lanfranco Caminiti (Cronache del Garantista, 26.9.2014)
De Magistris : "Sono pronto a fare il sindaco sospeso", di Antonio Di Costanzo (la Repubblica, 26.9.2014)
La caduta di Genchi, l'uomo che spiava le vite degli altri (la Repubblica, 26.9.2014)
Lo strano caso del sindaco giudice, di Marco Demarco (Corriere della Sera, 26.9.2014)
De Magistris: «Stato corrotto, per me l’esperienza a Napoli finisce nel 2016» (Corriere della Sera, 26.9.2014)
- Luigi De Magistris, il sindaco è stato scassato. La fine berlusconiana dell'ex pm condannato, di Susanna Turco (L'Espresso, 26.9.2014)
Chi di Severino ferisce di Severino perisce (Unione Camere Penali Italiane, 27.9.2014)
De Magistris attacca anche i magistrati, ANM e Grasso lo gelano, di Guido Ruotolo (La Stampa, 27.9.2014)
Il triste crepuscolo delle toghe che traslocano nella politica, di Mattia Feltri (La Stampa, 27.9.2014)
La Nemesi beffarda di Giggino ‘a manetta, paladino della legalità che resiste alla legge, di Francesco Merlo (la Repubblica, 27.9.2014)
De Magistris in trincea, Napolitano preoccupato, Grasso: la legge va applicata, di Dario Del Porto (la Repubblica, 27.9.2014)
De Magistris condannato, Antonio Ingroia: "Sta sbagliando tutto. E' innocente ma deve dimettersi" (Libero, 27.9.2014)
De Magistris: "Cantone, meno salotti e più strada", di Conchita Sannino (la Repubblica, 29.9.2014)
Giggino Warhol, di Guido Vitiello (Il Foglio, 29.9.2014)
De Magistris e gli errori della legge Severino, di Maurizio Tortorella (Panorama, 29.9.2014)
Finisce l’epoca dello strapotere dei giudici, di Valerio Spigarelli (Cronache del Garantista, 30.9.2014)
La nuova politica rifiuta i demiurghi comizianti, di Marco Rossi-Doria (la Repubblica, 30.9.2014)
De Magistris punta alla prescrizione del reato entro sei mesi (la Repubblica, 30.9.2014)
- Bordin line, di Massimo Bordin (Il Foglio, 1.10.2014)
Perché De Magistris è stato sospeso? di Raphael Zanotti (La Stampa, 1.10.2014)
De Magistris, quando è sospesa anche la coerenza, di Maurizio Tortorella (Panorama, 1.10.2014)
"Starò tra la gente, è la mia Resistenza": l'ex pm ora punta sulla prescrizione, di Conchita Sannino (la Repubblica, 2.10.2014)
Buoni e cattivi magistrati, di Mattia Feltri (La Stampa, 3.10.2014)
- Luigi De Magistris da PM perdeva anche con i morti, di Filippo Facci (Libero, 3.10.2014)
Cade la testa del sindaco per una legge assurda, di Vincenzo Vitale (Cronache del Garantista, 3.10.2014)
- Molte incongruenze nella legge Severino, di Francesco Bianco (la Repubblica, 7.10.2014)
De Magistris e quella strategia borderline, di Guido Ruotolo (La Stampa, 8.10.2014)
"De Magistris consapevole di violare la legge", le motivazioni della sentenza Why Not (la Repubblica, 8.10.2014)
“De Magistris usava le inchieste per intercettare i parlamentari”, di Guido Ruotolo (La Stampa, 9.10.2014)
- La crisi dei giustizialisti, di David Allegranti (Corriere fiorentino, 21.10.2014)

1 commento:

  1. non sottovalutiamo il ruolo di GENCHI...vero motore e propulsore delle attività di De Magistris....personaggio inquietante.....un vero spione per eccellenza....solo con Why not ha raccolto dai gestori di telefonia le informazioni riguardanti 13 milioni (immaginate quanti dati perosnali sono contenuti nei contratti per attivare un'utenza telefonica) e oltre 100 tabulati con i rispettivi collegamenti....!!!....lo spione per eccellenza......ma per chi....e per quale scopo...?!

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