A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

venerdì 18 luglio 2014

L'Arno e Firenze, quale sicurezza 50 anni dopo l'alluvione. Intervista a Giorgio Federici

Nel novembre del 2016 si celebrerà il 50° anniversario dell'alluvione di Firenze che nello scorso secolo devastò la città ed un'ampia area della Toscana, portando morte, distruzione fisica, sconvolgimento sociale, perdita e danni irrimediabili di beni storici e artistici unici.
Firenze, 4 novembre 1966: l'Arno a Ponte Vecchio (foto di Joe Blaustein). 
Nella calura estiva si tende a rimuovere il problema della sicurezza idraulica di Firenze, salvo poi "affacciarsi dalle spallette dell'Arno" con lo sguardo ansioso a traguardarne il livello in occasione delle ricorrenti piogge invernali e primaverili, quando il fiume da amico e "sfondo da cartolina" si trasforma, spesso repentinamente, in una minaccia enigmatica.
Da poco più di un anno, in vista del 50° anniversario dell'alluvione, si è avviato un progetto articolato, promosso inizialmente dall'Università di Firenze, che intende fare il punto della situazione, oltre che ricordare adeguatamente, ma non ritualmente, quell'evento solo apparentemente lontano, che ha cambiato per sempre la città e il suo territorio.
Ne abbiamo parlato con Giorgio Federici, docente di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia presso il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale (DICEA) dell'Università degli studi di Firenze, nella sua veste di Segretario del Comitato di coordinamento del Progetto Firenze 2016. Federici fa il punto sulle attività incluse nel Progetto, anche alla luce del recente incontro del Comitato Tecnico-Scientifico Internazionale, costituito da esperti di primo piano, di cui il Progetto si è dotato per supportare le proprie attività.

giovedì 10 luglio 2014

"Non si rompe il termometro per eliminare la febbre". Intercettazioni, la versione di Nordio

a cura di Tony Rusty

Il 30 giugno scorso, nel corso di una conferenza stampa (presenti il Presidente del Consiglio, il Ministro della Giustizia ed il Ministro degli Interni), il Governo ha presentato i 12 punti in cui intende articolare, nei prossimi mesi, la propria azione riformatrice sui temi della Giustizia. Il Governo non ha ancora depositato i testi dei disegni di legge con i quali dare attuazione ai punti annunciati, preferendo per ora promuovere una discussione ed un confronto pubblico: a tal fine ha avviato la raccolta di indicazioni e spunti tramite una consultazione dei cittadini che si concluderà il 31 agosto 2014 (a tal fine è stato attivato un indirizzo di posta elettronica: rivoluzione@governo.it).

Il video della conferenza stampa del Governo (30.6.2014).

Tra i punti di dibattito indicati dal Governo vi è anche la disciplina delle intercettazioni, sulla quale il Presidente del Consiglio ha dichiarato che non è ancora pronto un testo di riforma. Il tema è stato declinato per lo più sotto il profilo della ricerca del miglior equilibrio tra diritto all’informazione e tutela della privacy: "nessuno vuole bloccare le intercettazioni disposte dai magistrati - è stato detto nel corso della conferenza stampa - ma ci sono vicende che non attengono alle inchieste e che sono strettamente personali". Il Presidente del Consiglio ha chiesto che gli organi di informazione avanzino proposte sul tema.

martedì 1 luglio 2014

Una corrispondenza inedita sulla pianificazione urbanistica a Firenze

di John Stammer

Ciclostilato in proprio è venuto in possesso di una recente corrispondenza inedita tra John Stammer e l'amico Robert Zero in merito alla pianificazione urbanistica fiorentina, in cui sembra sia sfatato uno dei tanti miti fioriti in città negli ultimi anni. Ciclostilato in proprio non poteva non pubblicarla.

Caro Robert,
tu mi chiedi notizie del Nuovo Piano di Firenze. Da quando ho iniziato, alcuni anni orsono, dopo la mia intensa attività nel Regno Unito, ad occuparmi delle vicende urbanistiche di una delle città più belle e importanti dell'Italia, ho scoperto che, in questo paese, bisogna sempre guardare dietro le parole. Questa tua richiesta mi ha dato modo di sperimentare anche su questo tema la mia nuova attitudine. Ecco quindi quello che ho scoperto.