A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

lunedì 20 aprile 2015

L' ex-centrale termica di Novoli e l'Urban Center di Firenze

di John Stammer

Firenze, anni '60: la vasta area dello stabilimento Fiat a Novoli.
Nella circonferenza rossa è indicata la centrale termica, allora in esercizio.
La ciminiera si staglia ancora alta sull'orizzonte per chi si affaccia sulla via di Novoli dal ponte di San Donato. É l'elemento che caratterizza ancora, nonostante i grandi interventi in corso, il complesso dell'area ex-Fiat a Novoli. L'edificio della ex-centrale termica della fabbrica di aeroplani sta lì ad attendere il suo destino, mentre intorno ad essa si affannano le attività della contemporaneità, con la tranquillità di chi sa che da essa non si potrà prescindere per mantenere "l'anima" del luogo.
Un edificio molto singolare quello della ex-centrale termica. Sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista dell'uso previsto.

martedì 14 aprile 2015

Perché l’Italia non può più aspettare ad introdurre il reato di tortura nel codice penale

di Micaela Frulli (*)

“S’è fatto tardi, molto presto”
Dr Seuss

L’indignazione è (quasi) generale di fronte alla recentissima condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani (CEDU) per violazione dell'articolo 3 della Convenzione che recita: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
La condanna è giusta, ineccepibile, purtroppo largamente prevedibile. Oltre ad essere motivo di sdegno essa può e deve rappresentare l’occasione giusta per riflettere sulla necessità di adeguare il nostro ordinamento agli obblighi internazionali che abbiamo assunto da tempo. La sentenza di Strasburgo ha dato impulso alla ripresa dei lavori parlamentari e nei giorni successivi alla condanna, la Camera ha ripreso la discussione del disegno di legge e lo ha adottato con lievi modifiche rinviandolo nuovamente al Senato (9 aprile 2015).
Strasburgo: la "Grand Chambre" della Corte europea dei diritti umani (CEDU).


giovedì 2 aprile 2015

Credenti e non credenti nella società globale. Intervista a Vannino Chiti

di Simone Siliani

L'attualità degli ultimi mesi ha prepotentemente posto all'attenzione mondiale gli sconvolgimenti in corso nel mondo islamico, dopo quella che appare oggi la breve parentesi di speranza delle Primavere arabe. Sconvolgimenti di cui l'Europa e l'Italia non possono disinteressarsi, non foss'altro perché quelle tensioni non sono "confinabili", come purtroppo dimostrano gli eventi di questi primi mesi del 2015, a partire dalla strage della redazione di Charlie Hebdo.
L'Europa, tuttavia, stenta a muoversi come un soggetto politico unitario, pervasa com'è dai populismi e dalle tensioni economiche e sociali che hanno seguito la crisi finanziaria del 2008.
In questo contesto le forze europee di sinistra sono chiamate a misurarsi con l'Islam e più in generale con le religioni, nell'ottica del dialogo, per costruire società improntate ai valori della democrazia, della civiltà, della solidarietà, dei diritti dei popoli e della persona.
Di tutto questo Simone Siliani ha discusso, per Ciclostilato in proprio, con Vannino Chiti, avendo come spunto il suo ultimo libro “Tra terra e cielo. Credenti e non credenti nella società globale”, pubblicato nell'aprile del 2014, un anno dopo l'ascesa del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro.