E' da tempo ormai che Papa Francesco, fin dall'inizio in buona sostanza del suo pontificato, ci ha reso abituale la propria visione del mondo che pare essere scandita, a dispetto di tutto e di tutti, da un vero e proprio ossimoro: la necessità di una svolta rivoluzionaria nel più esteso ed autentico recupero della tradizione intesa come continuità della dottrina cristiana.
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Jorge Bergoglio, Papa Francesco. |
Subito dopo aver ricordato le insidie sottese ad un “sistema penale fuori controllo” ed aver esortato ad un recupero profondo della missione dei giuristi in un mondo contemporaneo che vede sempre più in forse il principio guida della cautela in poenam intesa come diritto penale quale «… ultima ratio, come ultimo ricorso alla sanzione, limitato ai fatti più gravi contro gli interessi individuali e collettivi più degni di protezione ...», il Papa, non senza prima aver puntualmente riferito le proprie preoccupazioni per l’affievolimento del «… dibattito sulla sostituzione del carcere con altre sanzioni penali alternative ...», si è immediatamente e coraggiosamente gettato nel mezzo della mischia, armato dei soli principi sul primato della vita e la dignità della persona umana (reclamando dunque il primatus principii pro homine), esaminando senza infingimenti la pena di morte e giungendo senza mezzi termini all'affermazione che anche «... l'ergastolo è una pena di morte nascosta ...».