A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

giovedì 26 giugno 2014

"Quando c'era Berlinguer"

di Cristina Bevilacqua

Ho visto il film di Walter Veltroni “Quando c’era Berlinguer” e mi è piaciuto. Ci racconta la storia di un protagonista della storia politica italiana, in modo intenso, emozionante e originale, che sollecita memoria e cultura. E’ un documentario non retorico, che fa un ritratto moderno, accorato e prezioso di Enrico Berlinguer.

Subito il regista va al nocciolo del problema: che cos’è stato Berlinguer per il PCI e per la storia del nostro Paese? Il film inizia in modo durissimo, così come tristissima e commovente è la parte finale.
Una serie di interviste, ci mostrano come molti, a trenta anni dalla sua morte, non abbiano idea di chi sia: risposte strampalate, di chi cerca di indovinare come se si trattasse di un quiz. Evidenziano una gran confusione, che ci rende consapevoli del fatto che non esiste una coscienza politica senza la memoria del passato. E che per evitare il peggio, è necessario alimentare la conoscenza e la consapevolezza, senza dare mai niente per scontato.

giovedì 19 giugno 2014

Considerazioni sull'esito del voto europeo ed amministrativo del 25 maggio e 8 giugno

di Antonio Floridia (*)

L’analisi del voto del 25 maggio, man mano che sono disponibili studi e ricerche più approfondite, si presenta piuttosto semplice: tutt’altro che semplice, invece, è la discussione sulle implicazioni politiche di questi risultati.
Dal punto di vista dell’analisi del voto europeo, si fa presto ad elencare i fattori e i fenomeni che spiegano il risultato:
a) la presenza di un “astensionismo asimmetrico”: ossia, il calo dei votanti non si è distribuito uniformemente tra le forze politiche, ma ha “colpito” alcune di esse più di altre. In particolare, sono stati ex-elettori del centrodestra e, in una certa misura del M5S, a far crescere la percentuale dei non-votanti;
b) l’elevatissimo livello di “fedeltà” degli elettori del PD;
c) tuttavia, in presenza di un elevato astensionismo, soltanto la “tenuta” degli elettori PD del 2013 non sarebbe stata sufficiente ad ottenere quella percentuale elevata (40,8%) che è apparsa così sorprendente. Il PD acquisisce “in entrata” oltre due milioni e mezzo di voti “nuovi”, che provengono in particolare (ed il dato è confermato da tutte le analisi dei “flussi” nelle varie aree del Paese) dall’area centrista di “Scelta civica”, praticamente “prosciugata”, e solo in parte da ex-elettori del M5S (molti meno di quanti si è detto o sperato);
d) il quadro non sarebbe completo se non si rilevasse un altro fenomeno, che peraltro suona come una conferma di un dato “storico”: sono pochissimi gli elettori di centrodestra che “passano” direttamente al voto per il centrosinistra;
e) solo un clamoroso errore politico di Grillo (avere alzato le aspettative e usato toni aggressivi) ha permesso di leggere come una “sconfitta” il risultato del M5S: che, in realtà, ottiene un risultato tutt’altro che scontato e irrilevante. Soprattutto, emerge un dato: “la cultura”, la visione delle cose, che trasmette Grillo continua ad avere una forte presa in vasti strati dell’elettorato e non sembra destinata a dissolversi tanto facilmente.

lunedì 16 giugno 2014

Il sistema ferroviario fiorentino e l’alta capacità: intervista ad Angelo Pezzati

All'indomani delle elezioni del 25 maggio scorso Firenze si trova ad affrontare nuovamente e concretamente, dopo la stasi degli ultimi cinque anni, il tema del suo potenziamento infrastrutturale. Dalle recenti dichiarazioni degli esponenti della nuova Amministrazione comunale uscita dalle urne sembra emergere la consapevolezza delle sfide e delle difficoltà che attendono la città nei prossimi anni. Oltre alla prosecuzione del sistema tramviario (linee 2 e 3), che vedrà impegnato il Comune in prima linea, vi è il tema del completamento delle opere ferroviarie connesse con il sistema nazionale dell'alta capacità ferroviaria, previste fin dal 1999 e già finanziate, progettate ed appaltate, ma solo in parte attuate.
Ne abbiamo parlato con l'Ing. Angelo Pezzati, già dirigente delle Ferrovie dello Stato, ed in particolare dal 1999 al 2008 Direttore del compartimento di Firenze di Rete Ferroviaria Italiana. Attualmente Pezzati è Presidente della Sezione Toscana del Collegio degli Ingegneri Ferroviari Italiani (CIFI) e libero professionista.

mercoledì 11 giugno 2014

Nove massime di deontologia giudiziaria

di Luigi Ferrajoli (*)

(intervento in occasione del XIX Congresso di Magistratura Democratica - Roma, 31.1/3.2.2013 - download)

La riforma della Giustizia sembra diventata una delle priorità del Governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene, come emerge dalle stesse dichiarazioni del Presidente del Consiglio dopo l'esito delle elezioni europee del 25 maggio scorso. Sui contenuti della riforma ancora non vi sono elementi ufficiali su cui esprimersi, anche se alcune recenti dichiarazioni del Ministro dalla Giustizia, Andrea Orlando, fanno intravedere più linee di intervento. A questo quadro si sono adesso sovrapposti gli effetti sull'opinione pubblica di alcune clamorose indagini condotte da diverse Procure della Repubblica (in particolare quella sull'EXPO a Milano e quella sul MOSE a Venezia), che sembrano determinare un'accelerazione (e forse una sterzata) della riflessione e dell'iniziativa politica su questi temi. In tale contesto ci è parso di grande interesse riproporre l'intervento svolto dal Prof. Luigi Ferrajoli in occasione dell'ultimo congresso di Magistratura Democratica (2013): per quanto contenga alcuni riferimenti all'attualità del momento in cui è stato pronunciato, vi sono sviluppate riflessioni ed indicazioni di grande interesse e rilievo che - anche in questa fase - sarebbe necessario che venissero tenute presenti, dal legislatore e dagli operatori della giustizia.

giovedì 5 giugno 2014

Riforme istituzionali. A che punto siamo?

dibattito pubblico promosso da Testimonianze

presentazione di Simone Siliani
La riforma del bicameralismo paritario è diventato il cuore del tema delle riforme istituzionali, scalzando peraltro quello della riforma del sistema elettorale (forse dato troppo presto per acquisito). Nel fuoco della polemica politica sull'argomento, sembra si sia perso di vista il perché della riforma, quali debbano essere le motivazioni profonde della riforma e l'obiettivo sostanziale della stessa. E' evidente che non si può motivare una riforma costituzionale, la riforma del sistema di governo e dell'assetto dei poteri dello Stato, con la necessità di risparmiare qualche milione di euro e per velocizzare l'iter di approvazione delle leggi. Se si tocca un elemento cruciale del sistema di governo costituzionale, lo si deve fare per ricreare un equilibrio democratico di poteri complessivamente più avanzato.