A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

lunedì 20 aprile 2015

L' ex-centrale termica di Novoli e l'Urban Center di Firenze

di John Stammer

Firenze, anni '60: la vasta area dello stabilimento Fiat a Novoli.
Nella circonferenza rossa è indicata la centrale termica, allora in esercizio.
La ciminiera si staglia ancora alta sull'orizzonte per chi si affaccia sulla via di Novoli dal ponte di San Donato. É l'elemento che caratterizza ancora, nonostante i grandi interventi in corso, il complesso dell'area ex-Fiat a Novoli. L'edificio della ex-centrale termica della fabbrica di aeroplani sta lì ad attendere il suo destino, mentre intorno ad essa si affannano le attività della contemporaneità, con la tranquillità di chi sa che da essa non si potrà prescindere per mantenere "l'anima" del luogo.
Un edificio molto singolare quello della ex-centrale termica. Sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista dell'uso previsto.
Strutturalmente l'edificio si presenta come una grande struttura in cemento armato e laterizio, per le tamponature, all'interno completamente vuota fino alla quota di coronamento della parte centrale, caratterizzata dalle grandi finestrature verticali. Dentro questo immenso vano sono collocate le due centrali termiche, ancora presenti (e che l'Amministrazione comunale del Sindaco Leonardo Domenici - 1999/2009 -non fece demolire, come invece era previsto) e poggianti su un solaio di cemento armato che scarica direttamente a terra, con una struttura indipendente da quella dell'edificio principale, il gigantesco peso dei due impianti. Quindi una sorta di struttura incastonata dentro la struttura più grande.
Firenze: una recente immagine dell'interno
dell'ex-centrale termica (gennaio 2015).
La struttura principale invece sorregge la parte più alta dell'edificio dove erano collocate sia le vasche per l'acqua, sia le tramogge per la lignite (che cadeva per gravità all'interno delle caldaie), sia la struttura al di sopra della quale si innalza la ciminiera. Quindi la ciminiera è strutturalmente "appoggiata" su un sistema di travi reticolari che sono collocate appena al di sotto del solaio di copertura dell'edificio.
Il risultato di questo sistema è che i maggiori carichi strutturali sono collocati in prossimità della sommità dell'edificio, realizzando un sistema strutturale davvero "singolare".
L'interno si presenta ancora oggi come una grande macchina, di notevole suggestione, dove si impone la presenza delle due caldaie e delle scale di servizio per la manovre.
L'uso previsto per la ex-centrale termica è sempre stato pubblico, ma solo tra il 2003 ed il 2004 si iniziò concretamente a pensare ad una effettiva destinazione per la città, prevedendo in questi locali il nuovo Urban Center di Firenze.
Recentemente l'Assessore all'urbanistica, Titta Meucci, ha riproposto questo tema.
In effetti la struttura si presta ad un uso collettivo ed anche ad essere sede, come pensato nel progetto vincitore del concorso bandito all'epoca (2004), di attività collettive destinate a raccontare lo sviluppo della città (quello pensato e quello effettivamente realizzato), oltre ad ospitare al piano terreno una sorta di racconto-memoria della storia della fabbrica.
Aimaro Oreglia D'Isola: modello del progetto di
recupero dell'ex-centrale termica (2004).
Nella parte superiore, come si vede bene nel progetto redatto da Aimaro Oreglia D'Isola nel novembre di quello stesso 2004, la struttura avrebbe dovuto ospitare anche il modello di Firenze in scala 1:1.000 che l'Amministrazione comunale in quei tempi stava facendo realizzare alla Banca Cassa di Risparmio, come uno dei benefit pubblici a seguito del progetto di costruzione della nuova sede a Novoli. Il modello avrebbe dovuto essere ospitato in un'apposita struttura coperta realizzata al posto del tetto piano della centrale termica. Un punto di vista panoramico dal quale poter guardare la città reale (al di fuori) e la città rappresentata (all'interno) e giocare così sui due piani visivi per regalare ai fiorentini un punto di vista inedito della loro città.
Un progetto, quello di Aimaro Oreglia D'Isola, giocoso e divertente che ben coglie il senso ludico e didattico della funzione dell'Uban Center e che speriamo possa vedere presto la luce, restituendo alla città anche il modello in scala 1:1000 ad oggi ancora misteriosamente "scomparso" dalla pubblica fruizione.

L'ex-centrale termica dello stabilimento Fiat di Firenze (ora dismesso) fa parte di un compendio assai ampio (318.092 mq) collocato nella zona nord occidentale della città. Fin dalla metà degli anni '80 fu posto il tema della dismissione dello stabilimento, con una parziale ricollocazione delle attività produttive nel vicino territorio comunale di Campi Bisenzio, e la conseguente riorganizzazione urbanistica dell'area. Il primo piano di recupero fu approvato nel 1994, previa variante al Piano regolatore (approvata nel 1986), successivamente modificato nel 2001 e nel 2013. Ad oggi il piano è parzialmente realizzato (80% del parco pubblico; nuovo palazzo di giustizia; porzione orientale del compendio, che include residenze private, gli edifici del polo giuridico-economico dell'Università di Firenze, un polo multifunzionale con cinema, palestre, attività commerciali): rimane da completare un totale di 26.850 mq di isolati da edificare, ed in particolare tutta la porzione occidentale del compendio.
Tra gli obblighi previsti nella convenzione allegata al piano è inclusa la ristrutturazione dell’ex-centrale termica, a carico del soggetto operante il recupero, per trasformarla in attrezzatura culturale e di servizio e cederla al Comune in quanto opera di urbanizzazione secondaria.
Veduta satellitare (Google earth) dell'area Fiat. I perimetri colorati indicano: in bianco il compendio oggetto del piano di recupero, in verde il parco, in azzurro la zona universitaria, in rosa il nuovo palazzo di giustizia. Le aree in giallo (una a est ed una ad ovest) indicano le due zone rimaste inedificate (aprile 2015). Nella circonferenza rossa è indicata l'ex-centrale termica dello stabilimento Fiat.


Vedi anche: Firenze e l'architettura: la città tra paura e speranza (23 gennaio 2015)


Per saperne di più
- Deliberazione Giunta comunale di Firenze n. 2005/G/00839 del 30/11/2005 "Ristrutturazione dell'ex Centrale Termica dello stabilimento Fiat di Novoli. Approvazione in linea tecnica del progetto esecutivo"
- Deliberazione del Consiglio comunale di Firenze n. 2013/C/00056 dell'11/11/2013 "Approvazione variante al PRG e piano di recupero di completamento per area ex FIAT a Novoli (LR 1/2005, art.17)" - Allegato A "Relazione urbanistica - Controdeduzione alle osservazioni ed approvazione"
- il sito internet dello studio Isolarchitetti

Rassegna stampa
Nascono la Casa degli Architetti e l’Urban Center, due concorsi per dare vita a due luoghi dedicati alla trasformazione urbana della città  (comunicato stampa Comune di Firenze, 3.1.2004)
La vecchia centrale termica di Novoli sarà la sede dell’Urban Center e del Piano Strategico. Via al concorso per l'allestimento dello spazio (comunicato stampa Comune di Firenze, 21.1.2004)
Individuato il progetto vincitore per l’Urban Center (comunicato stampa Comune di Firenze, 12.10.2004)
Presentato il modello in legno della città in mostra fino al 23 novembre nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio (comunicato stampa Comune di Firenze, 19.9.2008)
Cento luoghi, al via il recupero della centrale di Novoli (comunicato stampa Comune di Firenze, 20.9.2011)
Nuova vita all’ex-centrale termica Fiat a Novoli, intervento da 2,8 milioni di euro per la riqualificazione (comunicato stampa Comune di Firenze, 28.1.2015)
- La seconda vita della centrale ex-Fiat: anche un ristorante, di Ernesto Ferrara (la Repubblica, 28.1.2015)
La Centrale della ex-Fiat diventa ristorante e galleria d’arte, di Claudio Bozza (Corriere fiorentino, 28.1.2015)
Aree dismesse, la Fiat di Firenze diventerà la casa dell'arte contemporanea (il Giornale, 28.1.2015)

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