Firenze, 4 novembre 1966: l'Arno a Ponte Vecchio (foto di Joe Blaustein). |
Da poco più di un anno, in vista del 50° anniversario dell'alluvione, si è avviato un progetto articolato, promosso inizialmente dall'Università di Firenze, che intende fare il punto della situazione, oltre che ricordare adeguatamente, ma non ritualmente, quell'evento solo apparentemente lontano, che ha cambiato per sempre la città e il suo territorio.
Ne abbiamo parlato con Giorgio Federici, docente di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia presso il Dipartimento di ingegneria civile e ambientale (DICEA) dell'Università degli studi di Firenze, nella sua veste di Segretario del Comitato di coordinamento del Progetto Firenze 2016. Federici fa il punto sulle attività incluse nel Progetto, anche alla luce del recente incontro del Comitato Tecnico-Scientifico Internazionale, costituito da esperti di primo piano, di cui il Progetto si è dotato per supportare le proprie attività.
Ciclostilato in proprio: il 24 aprile del 2013 è stato costituito il Comitato di coordinamento del Progetto Firenze 2016 in preparazione del 50° anniversario dell'alluvione del 1966. Partecipano al Comitato ben 45 soggetti istituzionali ed Enti che hanno competenze o interesse alla salvaguardia dell'Arno e alla sicurezza idraulica del capoluogo toscano: Comune e Provincia di Firenze, Regione Toscana, Prefettura di Firenze, Autorità di bacino dell'Arno, Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio, Vigili del Fuoco, Esercito, ecc.. Quali sono gli obiettivi del Progetto?
Federici: il Comitato si propone di coordinare le attività che gli aderenti, nella loro autonomia, riterranno di presentare nei prossimi anni in riferimento all’anniversario dell’alluvione. Questo al fine di valorizzare al meglio le iniziative che verranno proposte e coordinare la comunicazione a livello locale, nazionale e internazionale. I progetti approvati dal Comitato potranno utilizzare il marchio del Progetto, in modo da garantire una maggiore visibilità delle iniziative. Il Comitato potrà contribuire alle attività con risorse che potranno essergli assegnate per questo scopo.
Il fine del Progetto Firenze 2016 non è celebrativo, ma quello di realizzare per il 50esimo dell’Alluvione un'ampia produzione scientifica, museale e di comunicazione, e di contribuire allo sviluppo di attività concrete di protezione delle persone e dei beni.
Ciclostilato in proprio: quali attività sono state programmate e quali sono state già attivate in vista del cinquantenario che ricorrerà nel 2016?
Federici: sono stati costituiti otto Gruppi di lavoro che hanno predisposto decine di progetti che sono stati e che verranno proposti al finanziamento delle istituzioni, delle imprese, della popolazione tutta. I Gruppi di lavoro, coordinati da rappresentanti delle istituzioni partecipanti, sono i seguenti:
- - Gruppo 1
- Attività di comunicazione e di formazione sul rischio idraulico
Giorgio Federici, Università degli Studi di Firenze
- Gruppo 2
- Sito web e comunicazione
Paolo Chiappini, Fondazione Sistema Toscana
- Gruppo 3
- Centro di Documentazione Internazionale sulle alluvioni nelle città d’arte
Gisella Guasti, Biblioteca Nazionale Centrale Firenze
- Gruppo 4
- Infrastrutture per la riduzione del rischio idraulico e monitoraggio
Giovanni Massini, Regione Toscana
- Gruppo 5
- Memoria dell’alluvione del 1966 ed ecomusei diffusi
Giuseppe de Micheli, Opera di S. Croce
- Gruppo 6
- Conservazione e restauro
Marco Ciatti, Opificio delle Pietre Dure
- Gruppo 7
- Mappatura e piani di protezione del patrimonio storico-artistico della Toscana
Gaia Checcucci, Segretario dell’Autorità di bacino del fiume Arno
- Gruppo 8
- Gestione delle emergenze e protezione civile
Anna Maria Santoro, Prefettura di Firenze
a) messa in sicurezza nella Basilica Santa Croce del Cristo del Cimabue, simbolo dell’Alluvione, delle opere del Bronzino e del Salviati recentemente restaurate;
b) Museo della memoria delle alluvioni di Firenze nel Chiostro antico di S. Croce. Questo spazio è già molto visitato dai turisti e dalle scuole che visitano la Basilica e che possono essere informati sul suo secolare rapporto con il fiume;
c) presentazione multimediale delle alluvioni di Firenze a disposizione di tutti, da utilizzare nei musei e nelle scuole per una informazione completa sulle alluvioni di Firenze.
Ciclostilato in proprio: il Comitato di coordinamento del Progetto Firenze 2016 si avvale del supporto di un Comitato Tecnico-Scientifico Internazionale (ITSC) composto da alcune importanti personalità: Gerry Galloway, Gunter Bloschl, Marcelo Garcia, Alberto Montanari, Giovanni Seminara, Luca Solari. Quali sono le attività affidate all'ITSC?
Federici: le alluvioni del novembre 1966 hanno interessato una parte grande del territorio italiano, Firenze e Venezia in particolare. Venezia come è ben noto ha impiegato molti anni per trovare una soluzione (il MOSE) che ridurrà radicalmente il rischio delle acque alte in laguna; per elaborare le soluzioni è stato istituito un Comitato Tecnico Scientifico Internazionale che ha lavorato per molti anni.
Per Firenze questo riferimento alla dimensione internazionale della questione non c’è stato.
Il Comitato Firenze 2016 ha colmato questa lacuna e i primi risultati del lavoro di questi esperti sono ora a disposizione.
Il Comitato Tecnico Scientifico ha il fine di fornire un assessment indipendente in ossequio al principio di accountability che deve guidare problematiche di questo rilevo. Il Comitato si propone quanto segue:
1. accertare lo stato dell’arte e definire l’attuale quadro conoscitivo relativo alle problematiche del rischio idraulico dell’Arno a Firenze;
2. effettuare un’analisi critica, alla luce delle conoscenze più moderne nel campo dell’idro-meteorologia e dell’ingegneria idraulica a fondo fisso e mobile, delle soluzioni ad oggi proposte per l’attenuazione del rischio alluvionale nella città di Firenze;
3. individuare l’opportunità di indagare la fattibilità di eventuali soluzioni alternative o complementari rispetto alle soluzioni ad oggi prospettate, e/o l’eventuale esigenza di approfondimento di queste ultime;
4. proporre una scala di priorità degli interventi.
I risultati delle analisi condotte dall'ITSC verranno esposti in un Rapporto Finale che costituirà un riferimento tecnico-scientifico per la comunità locale e nazionale per la definizione e soluzione del problema della riduzione del rischio idraulico a Firenze.
Ciclostilato in proprio: il Comitato Tecnico-Scientifico Internazionale si è riunito a Firenze alla fine di giugno di quest'anno, e - dopo un esame del Piano di bacino e delle opere realizzate finora - ha redatto un primo Rapporto di valutazione dello stato della sicurezza del fiume e delle azioni da intraprendere. Quali sono i principali aspetti della situazione evidenziati nel documento dell'ITSC?
Federici: il Rapporto è notevolmente critico sulla riduzione del rischio idraulico della città. Esso si è accresciuto in questi anni per l’aumento dei beni presenti nelle aree a rischio di inondazione che inevitabilmente interesserà Firenze. Il Rapporto infatti sottolinea, come peraltro è noto ai cittadini di una città che ha reagito ad una sessantina di alluvioni negli ultimi 800 anni, “it is not a question of whether a flood of the magnitude of 1966 or greater will occur again, but when”.
Purtroppo la pericolosità idraulica non è diminuita. L'ITSC sottolinea che il Piano di bacino dell’Arno, predisposto 15 anni or sono e che doveva già oggi essere realizzato, non ha prodotto opere in grado di ridurre in modo significativo la probabilità dell’evento alluvionale a Firenze. Le casse di espansione, che sono il cuore del Piano, si sono rivelate realizzabili in tempi molto lunghi, ammesso che si trovino le risorse economiche adeguate.
I provvedimenti non strutturali (sistemi di allarme, protezione, civile, ecc.) esistono e rappresentano la novità rispetto a cinquant’anni or sono, possono salvare vite umane e mettere in sicurezza solo alcuni beni, ma non certo limitare in modo significativo il danno economico e infrastrutturale al patrimonio economico e artistico.
L’ITSC, nell’esprimere il suo stupore sulla situazione di rischio che ancora presenta Firenze, si chiede come mai non siano state prese in considerazione soluzioni che sembra necessario urgentemente analizzare. Rimando al testo completo del Rapporto.
La riunione dell'ITSC del 23-25 giugno 2014 (da InToscana).
Ciclostilato in proprio: alla luce delle prime valutazione del Comitato Tecnico-Scientifico Internazionale, quali sono le iniziative che il Comitato di Coordinamento del Progetto Firenze 2016 si ripromette di assumere? Quali azioni ci si attende che siano intraprese dai soggetti istituzionalmente competenti?
Federici: dal Rapporto emergono idee e necessità “nuove” che forse sono state non adeguatamente considerate negli ultimi decenni. Mi limito a sottolineare solo l’aspetto relativo al beneficio che potrebbero avere interventi sull’alveo urbano dell’Arno volti ad accrescere la sua capacità di trasporto. Questo aspetto secondo l’ITSC non è stato adeguatamente considerato negli ultimi anni. Scrive l’ITSC:
- “Ogni soluzione per Firenze dovrà prendere in considerazione interventi di modifica dell’alveo del fiume Arno e delle sue strutture di controllo nel tratto urbano di Firenze. Poiché esistono numerose diverse potenziali soluzioni, diventa imperativo che lo studio di soluzioni alternative mediante lo sviluppo di modelli sia fisici che matematici venga affrontato e sostenuto finanziariamente. Dovrà far parte delle analisi l’identificazione e compensazione di eventuali incrementi del rischio idraulico a valle. L’ITSC sottolinea che l’installazione di un modello fisico dell’Arno nella città di Firenze avrebbe uno scopo non solo di carattere scientifico – tecnico a supporto dell’analisi idraulica, ma potrebbe anche essere utilizzato a scopo educativo per illustrare alla comunità fiorentina ed ai turisti le misure finalizzate alla riduzione del rischio idraulico che vengono intraprese a favore della città.”
Un intervento sull’alveo urbano è stato già realizzato all’inizio degli anni ’70 con l’abbassamento di circa un metro delle platee di Ponte Vecchio e di Ponte di Santa Trinita anche sulla base di un modello fisico realizzato nel Laboratorio di Idraulica dell’Università degli Studi di Bologna.
E’ sorprendente che non sia stato realizzato, negli ultimi quarant’anni, un nuovo modello idraulico fisico del tratto urbano di Firenze per studiare nuove soluzioni progettuali, anche sulla base delle conoscenze scientifiche di idraulica fluviale oggi disponibili.
Per saperne di più
> Progetto Firenze 2016: sito istituzionale, brochure di presentazione, progetti individuati dal Comitato Firenze 2016, Rapporto dell'ITSC (25 giugno 2014)
> Dipartimento di ingegneria civile e ambientale (DICEA): Progetto Firenze 2016
> Centro per la ricerca e l'alta formazione per la prevenzione del rischio idrogeologico (CERAFRI): Progetto Firenze 2016
> Autorità di Bacino del Fiume Arno: sito istituzionale, Piano di Bacino, Piano di Assetto Idrogeologico-carta della pericolosità idraulica (centro di Firenze)
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