A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

lunedì 13 ottobre 2014

"Omar": una storia d'amore nella Palestina occupata

di Cristina Pucci

CinemAnemico: rassegna "popoli sotto assedio".
La Casa Del Popolo Di Settignano (tutto maiuscolo perché è davvero Maiuscola ), luogo vivo, caotico, musicale, rumoroso, pieno di gente che va e che viene, di ragazzi dall'aria scaruffata e non solo che chiacchierano bevendo birra ed altro, sull'uscio o all'interno, ha una essenza di vera socialità che conforta e scalda l'anima in questi tempi di i-pad, i-phone, tv e solitudini disperate. E poi a ottobre vi inizia il "CinemAnemico", le sue programmazioni consentono a cinefili e non di vedere film non altrimenti visionabili; film belli sempre, spesso anche premiati nei Festival canonici, ma senza distribuzione nelle nostre sale; si vedono in lingua originale, i sottotitoli li mette, con qualche aiuto, Simone Innocenti, un geniaccio che, quando non fa il muratore, il suo lavoro, dedica il suo tempo a visionare filmati di ogni luogo. I film e i temi che sceglie sono sempre encomiabili, mai lievi per evadere, ma sempre realistici per far conoscere, dedicati a chi, lontano dal nostro Occidente ricco ed impari, non ha, a chi scappa, a chi viene ucciso, a chi viene perseguitato e oppresso. Si cena pure se si vuole, per una cifra assolutamente modica, 8 euro, bevuta compresa. Cucinano "quelle donne", benedette donne!
"Popoli sotto assedio" è il titolo del primo ciclo, si inizia (3 ottobre) con "Omar", film interamente palestinese, soldi, interpreti, ambientazione, il regista è Hany Abu-Assad , palestinese che vive in Olanda, già noto e candidato all'Oscar con "Paradise now", e anche questo lo è stato; a Cannes ha vinto applausi scoscianti e un premio della giuria. Un bel film, un film straziante, che ti lega al pensarci e ripensarci. Una storia d'amore delicata e potente ci mostra momenti di leggerezza possibili, ma l'assedio appunto, l'occupazione della Cisgiordania da parte degli Israeliani, ha creato un tale clima di odio da rendere predominante e sovrana solo la distruttività, impensabili gioia, amore e vita normale, inesistenti strade e case normali, alberi magari o qualche fiore. I luoghi sono di grigio cemento da cui fuoriescono i pezzi di ferro che lo rendono armato, le strade sono strettissime, spoglie, veri budelli irriconoscibili e indistinti, un altissimo muro separa due parti della città, penzola una corda qua e là: è con essa che Omar si arrampica, con baldanza ed incoscienza giovanili all'inizio, per andare di là a trovare la sua Nadia, dopo qualche tempo e terribili e ripetute esperienze di carcerazione e torture e sevizie psicologiche e tradimenti da varie parti non gli riesce più tirarsi su con quella corda, pare aver perso forza, vitalità e capacità di infuturazione.
Il manifesto del film "Omar".
La trama è complessa e piena di intrecciati tradimenti e diffidenze. Omar ha due amici di infanzia, Tarek, fratello di Nadia, è un "capo" della Resistenza Palestinese e Amjad, piccoletto e bruttarello, a sua volta innamorato di Nadia, insieme organizzano l'uccisione di un soldato israeliano. E' Amjad a sparare, ma è Omar a venire arrestato. Torturato e violentemente picchiato, viene raggirato da un altro prigioniero che sembra istruirlo sulle spie palestinesi che gli metteranno intorno per aiutarlo a confidarsi solo per raccogliere la sua confessione, mentre lo consiglia gli fa dire quel "non confesserò mai" la cui registrazione costituirà inequivocabile prova della sua colpevolezza. Ed è solo il primo esempio di inaffidabilità: tutti sono e controllori e controllati, e spie e persecutori, tutti fanno il doppio gioco. Le torture oltre che fisiche sono anche psicologiche, vengono instillati dubbi su affidabilità degli amici e fedeltà delle donne. Omar accetta, in apparenza, di consegnare Tarek, ritenuto essere colui che ha sparato al soldato, in realtà si accorda con i suoi per uccidere altri israeliani al momento dell'ipotizzata consegna di Tarek. Qualcuno fa la spia e i palestinesi vengono uccisi e dispersi, Omar di nuovo arrestato. Né gli israeliani né i suoi compagni palestinesi gli credono più e nemmeno Nadia. Esce da traditore e cerca di fare chiarezza da solo su chi ha realmente tradito. La verità che gli viene prospettata è terribile e tale da fargli rinunciare all'amore della sua vita. Dopo anni scopre che la verità non era affatto quella che il sedicente amico gli aveva fatto credere. Non sembra esistere amicizia fra pari, e non sono possibili rapporti umani né fra combattenti né con i "nemici".
Colà non esiste spazio per nessun altro sentimento se non l'odio, nessun altro desiderio se non il controllo e lo sfuggire ad esso, dalla parte vinta e povera nessun sorriso è possibile fino a che esiste l'"occupazione" e dall'altra parte nessun rispetto è possibile, si domina e si fa sfoggio della propria potente superiorità, del proprio infinito ed invincibile dominio. Tutti sono cattivi, tutti veri e falsi, la paranoia assoluta signora, ad essa nulla sfugge, in essa niente è credibile, tutto va interpretato, nessuno ti è amico, tutti possono tradirti. Non si esce da quella situazione, impossibile, Gandhi, predicatore e seguace della non violenza come stile di vita, diceva "la persona che non è in pace con se stessa sarà in guerra con il mondo intero". Dalla persona forse è necessario cominciare, dal suo diritto-dovere di essere innanzitutto in pace con se stessa. Il film è molto bello, stringato e tesissimo, ti inchioda alla poltrona quasi fosse una spy story, l'essere stato girato sui luoghi della realtà cisgiordana lo rende terribilmente efficace nella definizione di quel disperante mondo e del disperato modo in cui là si vive. Al peggio poi non sembra ci sia mai fine.

Il trailer del film "Omar".


"Omar" (durata 1h 36'), un film scritto e diretto da Hany Abu-Assad, interpretato da Adam Bakri (Omar), Leem Lubany (Nadia), Waleed Zuaiter (Agent Rami), Samer Bisharat (Amjad), Iyad Hoorani (Tarek); prodotto da ZBROS, distribuito da Adopt Films. Il film è stato presentato al Festival di Cannes 2013, dove ha vinto il premio della giuria nella sezione Un Certain Regard; ha ottenuto una nomination ai Premi Oscar 2014 nella categoria miglior film straniero.

Per saperne di più
> CinemAnemico - rassegna di cinema poco visibile
> Casa del Popolo di Settignano - Firenze (mappa)

Recensioni
- Il regista di Paradise Now torna in Palestina per raccontare un amore e un'età spezzati dal muro, di Marianna Cappi (MYmovies)
- Omar (Ondacinema)
- Omar, di Stefano Lo Verme (Everyeye)
- Il traditore innamorato, di Alessia Starace (Moviplayer)
- Omar, di Alessandro Testa (Cinezapping)
- Omar, di Elisabetta Colla (Taxi drivers)
- Omar (Filmtv)

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