CinemAnemico: rassegna "popoli sotto assedio". |
"Popoli sotto assedio" è il titolo del primo ciclo, si inizia (3 ottobre) con "Omar", film interamente palestinese, soldi, interpreti, ambientazione, il regista è Hany Abu-Assad , palestinese che vive in Olanda, già noto e candidato all'Oscar con "Paradise now", e anche questo lo è stato; a Cannes ha vinto applausi scoscianti e un premio della giuria. Un bel film, un film straziante, che ti lega al pensarci e ripensarci. Una storia d'amore delicata e potente ci mostra momenti di leggerezza possibili, ma l'assedio appunto, l'occupazione della Cisgiordania da parte degli Israeliani, ha creato un tale clima di odio da rendere predominante e sovrana solo la distruttività, impensabili gioia, amore e vita normale, inesistenti strade e case normali, alberi magari o qualche fiore. I luoghi sono di grigio cemento da cui fuoriescono i pezzi di ferro che lo rendono armato, le strade sono strettissime, spoglie, veri budelli irriconoscibili e indistinti, un altissimo muro separa due parti della città, penzola una corda qua e là: è con essa che Omar si arrampica, con baldanza ed incoscienza giovanili all'inizio, per andare di là a trovare la sua Nadia, dopo qualche tempo e terribili e ripetute esperienze di carcerazione e torture e sevizie psicologiche e tradimenti da varie parti non gli riesce più tirarsi su con quella corda, pare aver perso forza, vitalità e capacità di infuturazione.
Il manifesto del film "Omar". |
Colà non esiste spazio per nessun altro sentimento se non l'odio, nessun altro desiderio se non il controllo e lo sfuggire ad esso, dalla parte vinta e povera nessun sorriso è possibile fino a che esiste l'"occupazione" e dall'altra parte nessun rispetto è possibile, si domina e si fa sfoggio della propria potente superiorità, del proprio infinito ed invincibile dominio. Tutti sono cattivi, tutti veri e falsi, la paranoia assoluta signora, ad essa nulla sfugge, in essa niente è credibile, tutto va interpretato, nessuno ti è amico, tutti possono tradirti. Non si esce da quella situazione, impossibile, Gandhi, predicatore e seguace della non violenza come stile di vita, diceva "la persona che non è in pace con se stessa sarà in guerra con il mondo intero". Dalla persona forse è necessario cominciare, dal suo diritto-dovere di essere innanzitutto in pace con se stessa. Il film è molto bello, stringato e tesissimo, ti inchioda alla poltrona quasi fosse una spy story, l'essere stato girato sui luoghi della realtà cisgiordana lo rende terribilmente efficace nella definizione di quel disperante mondo e del disperato modo in cui là si vive. Al peggio poi non sembra ci sia mai fine.
Il trailer del film "Omar".
"Omar" (durata 1h 36'), un film scritto e diretto da Hany Abu-Assad, interpretato da Adam Bakri (Omar), Leem Lubany (Nadia), Waleed Zuaiter (Agent Rami), Samer Bisharat (Amjad), Iyad Hoorani (Tarek); prodotto da ZBROS, distribuito da Adopt Films. Il film è stato presentato al Festival di Cannes 2013, dove ha vinto il premio della giuria nella sezione Un Certain Regard; ha ottenuto una nomination ai Premi Oscar 2014 nella categoria miglior film straniero.
Per saperne di più
> CinemAnemico - rassegna di cinema poco visibile
> Casa del Popolo di Settignano - Firenze (mappa)
Recensioni
- Il regista di Paradise Now torna in Palestina per raccontare un amore e un'età spezzati dal muro, di Marianna Cappi (MYmovies)
- Omar (Ondacinema)
- Omar, di Stefano Lo Verme (Everyeye)
- Il traditore innamorato, di Alessia Starace (Moviplayer)
- Omar, di Alessandro Testa (Cinezapping)
- Omar, di Elisabetta Colla (Taxi drivers)
- Omar (Filmtv)
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