A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

mercoledì 22 maggio 2013

Il nuovo Partito Democratico, spunti dal documento Barca

di Arnaldo Melloni

La difficile situazione che il Partito Democratico sta vivendo è, se non altro, una stimolante occasione per riflettere sulla forma partito, la sua attualità e quindi le sue modalità operative.
Parto dall’assunto, già fatto proprio nel primo articolo di questo blog, dell’importanza di un partito (è tutt’altro che scontato affermarne la necessità dell’esistenza) che sia aperto, partecipato e capace di formare e selezionare il personale politico e colgo alcuni elementi (per me i più rilevanti) emersi il mese scorso dal documento di Fabrizio Barca “Un partito nuovo per un buon governo” e approfonditi dallo stesso autore in alcuni momenti pubblici.

1) Ritrovare entusiasmo
Scontato ma fondamentale. Il PD  è un partito in profonda crisi identitaria e può rinascere, anche prevedendo tempi lunghi, solo con convincimenti forti e condivisi. Ciò può avvenire solo attraverso una discussione aperta, accesa e conflittuale, cogliendo anche l'occasione della prossima scadenza congressuale.

2) Il Partito Democratico non va azzerato: occorre valorizzare le culture e le esperienze presenti
Le esperienze del cattolicesimo democratico, del partito comunista e, in maniera minoritaria anche quella di matrice liberal-socialista e azionista hanno contribuito alla nascita del PD. Vi è la necessità, anche attraverso una forte dialettica interna, di ritrovare gli elementi fondativi dello stare insieme, valorizzando le culture esistenti in una sintesi che rafforzi i convincimenti di un partito di sinistra.
La valorizzazione delle esperienze interne al Partito Democratico ha anche un altro significato. Nessun altro partito ha sedi e quindi presenza sul territorio come il PD. Il problema è che queste realtà vivono scollegate fra loro, manca una rete interna che metta in condivisione le esperienze e le attività e consenta a tutti di farne tesoro. E’ fondamentale che le realtà locali vivano il rapporto con il partito non soltanto come, peraltro difficile,  momento di confronto con il centro, ma che condividano con le altre best practices, soluzioni a problemi analoghi. Ad esempio se in una realtà locale si è già affrontato il tema del termovalorizzatore,  le problematiche emerse nel rapporto con le istituzioni, i cittadini, le realtà associative e i comitati e le modalità con le quali sono state risolte, sono della massima utilità per altre realtà che devono avviare un percorso analogo.

3) Il Partito separato dallo stato
Il partito non deve essere gestito dagli amministratori ma da persone che vi si dedicano: ci vogliono dirigenti e funzionari, anche più di quelli che ci sono. Oltre al volontariato, occorre dare la possibilità a chi ha un lavoro (anche nel privato) di prendere aspettativa per dedicarsi per un periodi di tempo limitato (un anno?) al PD.

4) Il rispetto delle regole. Lo Statuto
Lo statuto del Partito Democratico è pieno di norme derogate: la credibilità di una rinascita passa anche attraverso regole condivise di vita interna del partito (magari anche meno delle attuali), ma non derogabili.

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