A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

Siviglia - Un cavallo d’acciaio a sei passi dalla Giralda

Due anni di lavori, 5 mesi fa l’inaugurazione. Tra le polemiche
E durante la Settimana Santa pali smontati e corse sospese

Sei passi separano i binari del tram dalla cattedrale di Siviglia. La capitale dell’Andalusia è alle prese da anni con la questione tramvia e il parallelo con Firenze è facile. Il «metro centro», così il Comune ha battezzato il tram, corre su un tracciato lungo appena 1.400 metri, nel cuore del centro storico ora completamente chiuso ad auto e motorini. Sembra quasi una tramvia in prova, con i suoi tempi di percorrenza ridottissimi e i vagoni della metropolitana in affitto e che presto saranno sostituiti con convogli più stretti e più lunghi. Ad aumentare la sensazione di precarietà, il fatto che da una settimana il servizio si interrompa prima e dopo la cattedrale perché nelle sue vicinanze sono spariti pali e fili elettrici per permettere le sfilate dei baldacchini della Semana Santa. La singolare necessità di togliere l’alimentazione aerea e ridurre il percorso in coincidenza con l’evento religioso e sociale più importante di Spagna (costo delle operazioni di «smontaggio», 1 milione di euro) ha rinfocolato le polemiche.
Lo scontro durante i due anni di lavori, è stato rovente: come a Firenze, i cittadini hanno cercato per giorni di impedire il taglio di decine di alberi, l’opposizione di destra ha criticato duramente l’amministrazione, i negozianti hanno issato cartelli e striscioni. Oggi, a pochi mesi dall’inaugurazione del servizio, le divisioni rimangono. Per i negozianti «i due anni di cantieri sono stati una guerra», per l’amministrazione cittadina «la scelta di pedonalizzare il centro è strategica e ha portato grandi vantaggi», per gli imprenditori «si è chiuso il centro senza dare servizi alternativi»; per tanti, semplicemente, la mini-tramvia è inutile. Intanto sul nuovo lastricato in granito della strada più importante della capitale andalusa camminano turisti e impiegati, le biciclette sfrecciano tagliando binari non protetti da cordoli, «antiche» signore zigane chiedono di leggere la mano porgendo mazzi di ramerino porta-fortuna, le scolaresche scherzano ad alta voce, gli anziani chiacchierano.
Accanto alla cattedrale, i cavalli attaccati alle carrozzelle per turisti attendono. Pazienti. Indifferenti al modernissimo capolinea del tram a pochi metri da loro. Siviglia, alla vigilia delle celebrazioni e dei riti che la sconvolgono come in un Palio di Siena decuplicato, fa anche i conti con la vita quotidiana, con i cambiamenti già in archivio e con quelli in arrivo. La scommessa della tramvia in centro, anzi prima in centro che altrove, nasce nel 2002, quando il Comune, governato da decenni di amministrazioni di sinistra, decide di pedonalizzare un’ampia parte del centro nell’ambito del «piano strategico Siviglia 2010». L’idea era di portavi la metropolitana, ma poi gli stessi problemi che stanno causando anni di ritardi nei cantieri del metrò, e infinite polemiche, hanno fatto cambiare strada.
No ai binari sotterranei, sì a quelli in superficie. «Nel 2005 è arrivata la decisione definitiva: costruire la tramvia per un tracciato di poco più di un chilometro, con l’epicentro in Avenida de la Constitución (l’equivalente di via Panzani e via Cerretani), senza attendere la metropolitana. Dopo quasi due anni - ricorda Josè Luis Aguinaga, del dipartimento progetti speciali dell’amministrazione -, il 28 ottobre 2007 è stato avviato il servizio regolare, preceduto da mesi di sofferte prove di esercizio, con raggi delle curve da modificare e interventi su ruote e binari per ridurre il rumore».
Il conto è stato salato, 83 milioni di euro, e il tram sembra quasi sospeso nel vuoto, senza collegamenti con altre infrastrutture, ma per il Comune questa è solo una parte della verità. «Tutto nasce dalla scelta di pedonalizzare una gran parte del centro per salvarlo dalla pressione di un traffico insostenibile e dall’aggressione dello smog - spiega Alfonso Rodriguez Gomez de Celias, delegato del sindaco, incaricato anche delle municipalizzate, il numero due dell’amministrazione -, una scelta partecipata con la popolazione, e dalla necessità di dare una risposta alla mobilità di chi in centro lavora, dei residenti, degli anziani. Il tracciato così breve della tramvia è solo una prima tappa. Il costo dei lavori per il tram e l’acquisto dei convogli è stato di circa 40 milioni, non è vero che abbiamo speso troppo; tutto il resto è servito per riqualificare il centro, per intervenire sui sottoservizi come non era stato fatto da 100 anni. E abbiamo investito molto anche per rispettare il calendario dei lavori e non avere neppure un giorno di ritardo».
L’amministrazione, dopo aver esaminato vari tracciati e perfino l’ipotesi di un pezzo di tramvia sotterranea - altro parallelo con Firenze - , sta per presentare alla città il progetto definitivo di prolungamento di 3.5 chilometri della tramvia, per un costo di circa 70 milioni. «Con l’incremento della rete e l’apertura delle prima linea di metropolitana il tram sarà interconnesso con altri 5 mezzi di trasporto, bicicletta compresa, collegherà le stazioni ad alta velocità e dei treni regionali, potrà servire molte più persone», dice Gomez de Celias. Secondo Gomez de Celias non sono giuste neanche le accuse di non aver aiutato i commercianti. «Per legge non possiamo ridurre le imposte comunali, come ci è stato chiesto e a chi si è rivolto a noi in altro modo è stato ascoltato. Il fatto è che molti problemi sono stati buttati in politica, usati per attaccare l’amministrazione». Quasi per un contrappasso, fuori dal monumentale municipio un gruppo di autisti a tempo determinato dell’azienda di trasporto pubblico protesta contro il Comune perché è senza lavoro da sei mesi, mentre più avanti alcuni operai stanno montando i nuovi pali, camuffati da lampioni artistici secondo un disegno del 1800, molto meno brutti e imponenti dei precedenti.
«Sapevano che i pali davanti alla cattedrale sarebbero stato un prezzo da pagare temporaneamente - prosegue quello che secondo molti sarà il futuro alcalde di Siviglia - e li stiamo sostituendo con altri esteticamente migliori e che permetteranno comunque di sostenere i fili. Ma il vero obiettivo è avere i 400 metri di distanza tra il comune e Puerta Jerez senza fili, grazie a carrozze a batteria, come quelle cui pensate a Firenze».
Meno entusiasti del «metro centro» negozianti e commessi di Avenida de la Costitution. «Non abbiamo avuto nessun aiuto durante i lavori - dice, arrabbiato, Fernando Perez de Atala, della libreria Beta, situato proprio dove il tram gira per dirigersi verso l’Archivio delle Indie e al Giralda - e gli affari tra polvere, rumore, transenne a ridosso dell’ingresso ne hanno risentito. Il tram è solo un giocattolo, carissimo, voluto dall’amministrazione». Pochi metri più avanti resiste da 17 anni una minuscola bottega di ferramenta. «I cantieri? È stata una guerra - urla quasi la signora Rosa, dietro la fresa che sta usando per alcune chiavi -. Nessuno ci ha detto nulla. Ora forse le cose vanno meglio solo per chi vive con il turismo». «Non ho notato nessuna differenza con il tram nel numero di turisti - spiega Maria del Carmen Bernaldes, che dal 1982 conduce il negozio di poster e fotografie - ma senza dubbio ora c’è molto meno inquinamento. Prima il traffico era impossibile. Certo i due anni di cantieri sono stati durissimi».
Siviglia: la linea tramviaria in Avenida de la Constitución, davanti alla Cattedrale e alla Giralda.
Ultima tappa, un’affollata gelateria, quasi di fronte al duomo che con la Giralda sul minareto convertito in campanile è il simbolo più conosciuto di Siviglia assieme al Flamenco. «Meglio adesso? Non mi pare - risponde Josè, mentre serve due ragazze inglesi -, anzi. Avrebbero dovuto fare un centro solo pedonale per incentivare veramente il turismo».
Il peggio per i commercianti, la crisi economica si fa sentire anche nella rampante Spagna di Zapatero, sta forse arrivando: dopo l’estate entrerà in vigore una Ztl che consentirà l’accesso al centro solo ai residenti. «Come Camera di Commercio appoggiamo la protesta delle categorie contro questa decisione - afferma Augusto Lahore, presidente della commissione traffico e trasporto dell’ente camerale - e siamo stati al fianco dei 50 negozianti che hanno dovuto chiudere gli esercizi per i lavori della metropolitana. I cantieri della tramvia hanno creato, per fortuna meno danni, anche se il problema di come rifornire i negozi si è aggravato e in alcuni casi la consegna delle merci va fatta di notte. Il punto è che il Comune non ha fatto niente per il commercio e il turismo, non ha messo a disposizione nessun fondo per alleviare i disagi dei cantieri».
«Il tram è una buona cosa, ma questa tramvia non può avere un bilancio positivo - aggiunge l’imprenditore che in centro è nato e vive -. È troppo caro e soprattutto mancano parcheggi e metropolitana per raggiungere l’area chiusa. Non si può semplicemente disincentivare il traffico privato, favorendo i grandi centri commerciali e la fuga dal centro di notai, studi medici e avvocati. Già abbiamo perso tutti i cinema. Il metrocentro, con il suo mini-tracciato, è una piccola risposta alla pedonalizzazione di una zona così estesa. Non copre neppure lontanamente la domanda di mobilità delle 11 linee di autobus che sono state modificate e allontanate dal centro a causa del metrocentro». Il tempo sarà buono per tutta la Semana Santa e il sole disegna le piccole ombre degli alberi lungo il tracciato, si staglia contro gli orribili pali che reggono i fili dell’alimentazione elettrica. Il taglio degli alberi e l’impatto estetico dei pali in un centro storico che è patrimonio dell’Unesco - esattamente come Firenze - sono stati i principali motivi di polemica.
«Quando furono abbattute, senza alcuna informazione, le prime piante, esplose la protesta. Residenti, ecologisti, molti cittadini, si ribellarono - ricorda Juan Carlos Blanco, del Diario de Sevilla, una dei quotidiani locali - e la vicenda ebbe una grande eco mediatica. L’amministrazione dovette interrompere i lavori, modificare i progetti, spendere per il verde molto più del previsto». Risultato? «È vero che è mancata informazione all’inizio, ma poi furono salvate 80 piante, altre trapiantate in un parco e sono stati piantati circa 200 alberi in più rispetto a quelli abbattuti, molti dei quali erano peraltro a fine del ciclo vitale - spiega Gomez de Celis -. Ci furono molte polemiche anche per il ritrovamento di una necropoli araba, ma invece dei 300.000 euro previsti per i reperti ne abbiamo spesi 2 milioni e gli archeologi hanno potuto fare il proprio lavoro. Il centro pedonale è con il tram è un’ottima cosa - conclude l’amministratore che gestisce anche il trasporto pubblico - e noi guardiamo a Firenze anche come un modello per la futura Ztl. Invito tutti i fiorentini a venire a Siviglia a vedere con i propri occhi. Credo che se lo faranno, anche molti di coloro che hanno votato contro il tram nel vostro referendum abbandoneranno i propri timori: non bisogna essere conservatori». Protezione del verde, impatto dei cantieri - in alcuni casi hanno lavorato contemporaneamente su due turni 250 uomini - e informazione scarsa, confusa e tardiva non sono stati aspetti al centro della protesta. «In sintesi, le critiche e le perplessità hanno riguardato e riguardano il costo, l’utilità di un tracciato così corto e che sarà ampliato solo nel 2011, l’impatto estetico - spiega Blanco -. Ma penso che gli effetti positivi siano importanti. L’inquinamento è diminuito, la cattedrale, che era tornata nera dopo il restauro del 1992 a causa dello smog, sarà tutelata in maniera migliore, molti apprezzano la chiusura del centro (un sondaggio del Diario de Sevilla di due anni fa dette come esito che il 76% dei cittadini era per pedonalizzare il centro). Certamente - conclude il giornalista - ci sono stati molti problemi nella gestione dei cantieri da parte dell’amministrazione ed è ovvio che i cittadini, ma anche le associazioni di categoria, i tassisti, tanti blog e siti Internet, abbiano reagito con la protesta. Quando si va a incidere con il tram il cuore della città, come accadrà anche a Firenze, si tocca anche il cuore, la sensibilità dei cittadini».

(articolo di Mauro Bonciani apparso sul Corriere fiorentino del 14.3.2008)

Vedi: Le tramvie degli altri: uno sguardo all'Europa (31.1.2015)

Il sito internet ufficiale della tramvia di Siviglia: TUSSAM

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