A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

Nizza - Gli elettori (e Garibaldi) fermano le nuove linee

I disagi per i cantieri hanno spinto Sarkozy a silurare l’ex sindaco
E il neo eletto Estrosi annuncia subito una «pausa di riflessione»

Per costruire la tramvia più cara di Francia hanno spostato la statua di Giuseppe Garibaldi, il figlio più illustre della città. E la vendetta del generale - e non solo - non si è fatta attendere. Jacques Peyrat, alla guida di Nizza da 12 anni, non è riuscito ad ottenere il terzo mandato da sindaco. L’anziano politico di destra ha pagato la lotta fratricida con il candidato arrivato da Parigi per volontà di Sarkozy con l’obiettivo di arginare il malcontento causato dai lavori della prima linea chiusi con 20 mesi dopo il previsto e dalla spesa di 62 milioni di euro per ogni chilometro di binari.
La città «tramsfigurè», come dice la pubblicità del Comune, è stata al centro della campagna elettorale, con il neo sindaco Christian Estrosi, ministro per i territori di oltremare, che ha rimesso in discussione il progetto e Peyrat che si è ricandidato con una propria lista pur di difenderlo. Domenica sera ha vinto l’uomo del partito maggioritario, vero, ma anche quello più scettico sulla tramvia: al di là della volontà di differenziarsi dall’ex compagno di partito, Estrosi ha fiutato i timori di molti e se ne è fatto interprete. «Le priorità sono altre, le nuove linee si faranno solo se i soldi ci sono», ha detto l’esponente gollista che ha festeggiato la vittoria al secondo turno. Obiettivo della «pausa di riflessione», dare ossigeno al tessuto commerciale stremato dai cantieri e rivitalizzare il centro, ma anche riorganizzare viabilità e sosta.
Città divisa, anche se il peggio sembra passato: il tram in funzione dallo scorso novembre piace a giovani e turisti, il centro è più frequentato, gli affari sono in ripresa soprattutto nelle strade pedonalizzate grazie ai binari, il valore di case e negozi lungo il tracciato è aumentato. Complice la campagna elettorale, l’amministrazione in questi giorni non ha parlato di tramvia, ma Jacques Peyrat ha insistito sullo sviluppo della rete, e Patrick Allemand, candidato di socialisti e verdi, aveva al primo punto del programma la realizzazione delle linee 2 e 3. Nella lotta senza risparmio di colpi tra il sindaco uscente ed Estrosi la gestione del cantieri è stata un tormentone (su You Tube è anche apparso un video nel quale Peyart insulta pesantemente in municipio una commerciante rea di lamentarsi per i danni causati alla sua attività economica dal prolungarsi dei lavori), nei palazzi della politica, come nelle strade.
«Il momento più duro è stato quando i cantieri hanno occupato completamente la carreggiata per rifare anche i marciapiedi e l’illuminazione, un periodo durato quasi un anno, ma è stato difficile per tutta la durata del lavori - spiega Philippe Desjardins, prossimo presidente della federazione del commercio di Nizza -. Hanno sofferto in particolare in alcune zone lungo il tracciato, ma i lavori infinti sono stati un problema per tutti». Per avere più peso nei confronti dell’amministrazione, 7 associazioni di commercianti dei quartieri interessati dai lavori si sono riunite in una federazione che rappresenta 6.000 negozi. Per ridurre i disagi è stata creata una commissione per dare un indennizzo ai commercianti dai danni da tramvia, ma nonostante i 12 milioni di euro versati, il malcontento è alto. «La commissione ha funzionato, risolvendo la questione in via amichevole, permettendo di non rivolgersi ai tribunali amministrativi, e di chiudere le pratiche in 3-4 mesi - sottolinea Desjardines -. Ma su 1.100 domande presentate solo 565 sono state accolte e alcuni si sono comunque rivolti al tribunale. Il problema è stato anche che dopo due anni sono cambiate le regole per ottenere gli indennizzi, ma ormai la partita è chiusa: il 26 febbraio si è tenuta l’ultima riunione della commissione».
In avenue de la République, epicentro della protesta, i negozianti sono molto meno diplomatici e le serrande abbassate fotografano la crisi del commercio tradizionale, tipico della strada. «Noi abbiamo resistito bene - racconta Thierry Achenfarb, nel suo piccolo negozio - perché abbiamo questa calzoleria da 50 anni, l’aprì mio padre, e la nostra è una clientela affezionata, di quartiere, ma è stata dura, specialmente per chi non aveva magazzini fuori dalla zona dei lavori. Quattro anni sono troppi - sospira Thierry - è stata una follia. Io amo l’Italia, mia moglie è di origine siciliana e veniamo spesso nel vostro paese. Ho sentito del tram a Firenze - aggiunge preoccupato -, che vogliono farlo passare accanto alla cattedrale: non lo fate. Il centro di Firenze è unico, non va cambiato, e mi spaventa anche la questione delle vibrazioni. Non passerà mica anche vicino a Ponte Vecchio?». George Oddou gestisce un negozio di ottica; come presidente per 4 anni dell’associazione dei commercianti di Nizza Nord ha vissuto in prima linea gli scontri con il Comune. «Abbiamo fatto manifestazioni, petizioni con migliaia di firme di residenti, messo manifesti e tutto questo nonostante fossimo favorevoli alla tramvia. L’idea è buona - continua monsieur Oddou -, il tram abbatte l’inquinamento ed il rumore e molte aree sono state pedonalizzate, ma i danni economici sono stati importantissimi. Un negozio su dieci ha dovuto chiudere, cifre simili si sono avute sul tracciato della tramvia anche a Bordeaux, e tanti non hanno avuto l’indennizzo». La lotta dei commercianti ha ottenuto alcuni risultati (più alberi e una maggiore attenzione al decoro urbano), ma George Oddou ha preferito lasciare il suo incarico.
«Ora le cose vanno meglio, chi ha resistito può usufruire dei vantaggi della pedonalizzazione - afferma - ma io ho mollato, sono tornato a fare solo il mio lavoro. Abbiamo fatto infinite riunioni con l’amministrazione, abbiamo avuto dialogo, il processo di partecipazione, ci hanno ascoltati certo: ma poi hanno fatto quello che voluto».
Nizza: la linea tramviaria in place Massena.
Presidente dell’associazione dei cento esercenti della via è Guy Dejean, titolare del negozio «Florence». «Peyrat ha perso anche per la cattiva gestione dei cantieri. Si è fatta la tramvia senza parcheggi al suo servizio, senza garantire la sosta ai residenti, con interi quartieri che non sono serviti e quindi con tanta gente che continua ad usare l’auto, con convogli troppo larghi e troppo spazio riservato al tram, con cordoli e divieto assoluto di percorre gran parte della carreggiata. Io nel primo anno di cantieri ho dimezzato il giro di affari e sono stato risarcito fino all’aprile 2007 - conclude Guy Dejean - ma ormai il quartiere è cambiato e tanti non hanno riaperto». Commercianti in rivolta, ma non solo. Residenti e ambientalisti hanno protestato duramente contro il taglio di 900 alberi, in maggior parte grandi platani - secondo l’amministrazione molti erano malati o a fine del ciclo vitale -, i tassisti hanno vissuto mesi di code infernali e di lunghissimi giri per arrivare da una parte all’altra della città, i costi esorbitanti delle opere sono stati denunciati da forze politiche di destra e sinistra, gli autisti della società di trasporto pubblico la scorsa settimana hanno scioperato per la prima volta, bloccando a sorpresa i tram per mezzora, contestando le condizioni di lavoro.
Place Garibaldi è ancora un cantiere, anche se i tram circolano regolarmente da novembre, e la statua del generale - spostata di cinque metri tra furibonde polemiche dei leghisti locali per consentire ai binari di curvare - troneggia sui cumuli di pietre da sistemare e transenne, mentre in place Massena, porta di ingresso alla città vecchia e alla Promenade des Anglais, il tram passa silenzioso, spinto da batterie e con il pantografo abbassato come accadrà in piazza Duomo. Il tram di Nizza è veloce e non fa troppo rumore, ma il servizio ricorda quello di Ataf: convogli affollatissimi nelle ore di punta e solo 54 posti a sedere per una capienza di oltre 200 persone; corse rarefatte dalla sera e nei giorni festivi, con attese di oltre venti minuti; pochissimi controllori, tanti portoghesi.
Domenica di secondo turno elettorale, ma anche domenica delle Palme. Davanti alla basilica di Notre-Dame i fedeli si fermano per comprare le palme. Tra i fiorai che intrecciano le foglie per creare arabeschi leggeri, anche Dominique e Pierrette, nizzarde doc. «Adesso va bene, il tram ha diminuito rumore e inquinamento, ma durante i lavori, con la città tagliata in due, è stato in inferno, Non c’era spazio neppure per passare sui marciapiedi - dice Dominique - e tanti negozi hanno dovuto chiudere». «La città è divisa tra favorevoli e contrari - aggiunge Pierrette - ma sono sicuramente contenti i proprietari delle case lungo la linea: i prezzi di appartamenti e affitti sono saliti alle stelle».
In avenue Médicin, per diminuire l’impatto estetico, i fili di alimentazione area sono attaccati direttamente alle facciate dei palazzi, ma gli alberelli piantati da pochi mesi hanno un aspetto decisamente stentato e le auto scorrono lentamente, incolonnate nell’unica corsia rimasta per ciascun senso di marcia. «Il tram fa bene solo agli affari - conclude Pierrette, senza smettere di intrecciare le palme -, anche l’inquinamento resta, solo cambia di strada. Io sono venuta a Firenze - aggiunge - poco prima dell’alluvione e mi ricordo benissimo la sua bellezza. Non sfiguratene il centro con il tram». E le vostre linee 2 e 3?. «Vedremo con il nuovo sindaco, Estrosi vince di sicuro. Certo anche lui sa che una tramvia ha senso solo se ha più linee, ma speriamo in un paio di anni di pausa. La città non sopporterebbe altri cantieri eterni».

(articolo di Mauro Bonciani apparso sul Corriere fiorentino del 18.3.2008)

Vedi: Le tramvie degli altri: uno sguardo all'Europa (31.1.2015)

Il sito internet ufficiale della tramvia di Nizza: Tramway de la Métropole Nice CÔte d’Azur

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