A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

Monaco - Monaco, la mossa della T. E il mondo si muove sotto

Trentadue gradini per metro e treni. Poi taxi multipli e tante bici

Trentadue scalini fanno la differenza. E 200 chilometri di piste ciclabili, 130 di metropolitana, 442 di ferrovia urbana e centinaia di taxi. Strade larghe il doppio e un rigoroso rispetto del codice della strada (che meraviglia quando l’auto si ferma anche se è lontana dieci metri dalle strisce pedonali e tu non hai neppure messo il piede giù dal marciapiede). Monaco non è Firenze, non può esserlo con i suoi 1,3 milioni di abitanti ed una potenza economica simboleggiata dalla Bmw. Non è Firenze neppure per l’organizzazione del suo centro storico, attorno ad una «T» pedonale fuori dalla quale passano tutti i mezzi pubblici e si trova qualche parcheggio (a caro prezzo) per le auto private.
Monaco è il sogno di ogni pedone, ma anche di ogni esperto di trasporto pubblico. Impossibile, dicevamo, un paragone tra la capitale della Baviera ed il capoluogo della Toscana, ma se si guarda al centro storico il confronto ha ragione di essere, fermo restando le distanze. La prima differenza - a meno che il sindaco Renzi non riesca a trovare le risorse per interrare la tramvia nel cuore della città - sta nel sottosuolo: la città tedesca è tutta percorsa da linee di metropolitana o di ferrovia regionale che va sotto terra, centro compreso. Salendo i 32 scalini si sbuca infatti dalla fermata della metro in piena Marienplatz, a due passi dal municipio. Se gli scalini sembrano troppi, c’è l’ascensore, un «fungo» metallico che spunta non troppo visibile all’ombra di un albero. Siamo all’inizio della piazza, come fossimo in piazza Signoria, e una delle linee che si ferma qui è quella che arriva dall’aeroporto. Le stazioni della metro sono affollate, soprattutto di turisti e ragazzi, ma pulite e sorvegliate, e i distributori automatici permettono di comprare i biglietti e danno spiegazioni in più lingue. La metropolitana ha fermate anche in due punti, opposti, di accesso del centro, come pure la ferrovia urbana (sui vagoni si può anche portare la bici), e accanto ci sono parcheggi per taxi e per biciclette, ma anche fermate degli onnipresenti e frequenti tram e dei bus. Marienplatz è il centro della «T» pedonale di Monaco, formata da strade larghe più di via Calzaioli trasformate in oasi silenziose e piacevoli con tavolini e fioriere, anche grazie ai tanti chioschi di venditori ambulanti di fragole e frutta che rendono meno opprimente la presenza degli store delle grandi marche. Le vie pedonali sono lastricate, e non asfaltate, e possono essere percorse anche dalla bici, che non devono però superare i 5 chilometri l’ora di velocità. Si cammina volentieri, ma il percorso non è corto, problema che può essere superato scendendo e prendendo la metropolitana al ritorno.
Monaco: la linea tramviaria in Theatinerstraße.
Rispetto a Firenze le bici sono molto più numerose, con piste ciclabili in tutta la città, marciapiedi larghissimi dove i pedoni passano accanto a case e negozi e le bici nel lato verso la strada e parcheggi e staffe per assicurare le due ruote dappertutto, anche se non in numero sufficiente, tanto che molte bici sono legate alle ringhiere delle fermate di metro e bus. Noleggiare biciclette è semplice e abbastanza economico ed i noleggi sono numerosi, ad iniziare dalla stazione centrale che è quasi all’inizio dell’area pedonale, ma non c’è il noleggio «automatico» di Cracovia e Parigi.
Fuori dalle vie vietate ad auto, taxi e moto, girano i grandi pullman gialli e rossi dei city sightseeing - gli stessi di Firenze - ma attorno al centro il traffico non è troppo caotico, nonostante parte della carreggiata sia riservata ai tram e le biciclette facciano lo slalom per non infilare le ruote tra i binari. Non esistono buche o strade sconnesse, ma i cantieri hanno gli stessi «guard rail» di plastica bianchi e rossi come in riva all’Arno e la città è così grande che se uno va o viene dalla periferia i minuti possono diventare ore (l’area metropolitana conta 2,4 milioni di abitanti) sia che si muova in auto che con metropolitana o treno. I taxi, tutte macchine nuove di zecca e pulite, sono ovunque, con parcheggi ben distribuiti e prezzi non elevati; esistono visite guidate in taxi, con audio guide anche in italiano, e il costo non è eccessivo: 120 euro per 8 persone per due ore. I segnali indicano le distanze dei parking per taxi, ma anche quelle in chilometri delle piste ciclabili e grandi cartelli avvisano quando si entra o si esce da una zona pedonale. A rendere meno impegnativo muoversi per il centro a piedi contribuisce anche un «trucco»: dietro Marienplazt una strada è aperta a tram, bus e taxi.
A Monaco sono orgogliosi del loro sistema di trasporto pubblico e dagli hotel agli uffici turistici tutti sconsigliano di girare in centro con l’auto. «Ci sono tram, bus, metrò, i biglietti non sono cari, anzi conviene fare il ticket giornaliero che si può usare su tutti i mezzi e costa 10 euro - spiegano - se uno si muove solo nell’area centrale, oppure si può fare il biglietto da tre giorni». La metro gira fino alle due di notte, mentre tram (sulle cinque linee si alternano vetture nuove con vecchie carrozze che sembrano anni venti) e bus hanno linee notturne, e nelle strade pedonali, complici i tanti tavolini e tendoni delle birrerie, c’è una folla anche molto dopo cena. Il centro vissuto a piedi anche di notte è un’altra grande differenza con Firenze: certo chi beve non manca nella città della birra e dell’Oktoberfest, ma nessuno dà fastidio, anche i giovanissimi punk dall’immancabile bottiglia in mano non degnano di uno sguardo il turista, e la musica che esce dai locali contribuisce a rendere l’atmosfera piacevole.
L’illuminazione è forte, le strade pulite, le vetture dei taxi sempre numerose nei parcheggi anche la notte e i ciclisti girano in su e giù ed allucchettano la bici con catene non necessariamente ciclopiche anche se sono nuove (segno che non le rubano e del resto non ci sono in giro i catorci rugginosi cui i fiorentini sono obbligati per non rischiare di tornare a casa a piedi). Il centro pedonalizzato ormai da anni è insomma vivo e funzionale notte e giorno, un volano per turismo ed economia, senza che nessuno si lamenti e senza creare troppi problemi una volta che si sia deciso si rinunciare all’auto per usare la vastissima e completa rete di trasporto pubblico. La struttura a «T» dell’asse pedonalizzato rende più facile avvicinarsi a furgoni e auto di servizio, ma sono proprio i trasporti pubblici, sotterranei compresi, l’asso nella manica della città. Anche se forse noi non potremmo permetterci il lusso di una fermata in piazza Signoria perché il nostro centro è tutto storico e non vi sono i tanti interventi di architettura contemporanea che la capitale bavarese ha invece realizzato, «sfruttando» le distruzioni della seconda guerra mondiale e la forza del marco.

(articolo di Mauro Bonciani apparso sul Corriere fiorentino del 7.5.2011)

Vedi: Le tramvie degli altri: uno sguardo all'Europa (31.1.2015)

Il sito internet ufficiale della tramvia di Monaco: Münchner Verkehrs-und Tarifverbund

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